lunedì 15 marzo 2010

Roberto

Un getto d'acqua calda gli piovve addosso rilassando i muscoli contratti per l'allenamento. Roberto sollevò la testa per favorire la discesa dell'acqua lungo il corpo tonico. Allungò la mano a tentoni per prendere il docciaschiuma. Un profumo dolciastro gli arrivò alle narici e avvertì un'erezione senza motivo. Gli ricordava qualcuno quel profumo...ma chi? Non Daniela. Chi poteva essere tanto arrapante da farglielo diventare duro in un nanosecondo? Doc?! I suoi capelli profumavano di fiori, ma quanto ad essere arrapante, zero! Patrizia lo era, fin troppo! Il pensiero ritornò a Doc, suo malgrado. Non era brutta, a qualcuno poteva piacere il genere acqua e sapone, mai un filo di trucco e la testa persa dietro ai suoi esperimenti. Daniela sosteneva che Doc fosse innamorata di lui, però Daniela era ostile a chiunque gli ronzasse intorno. Cercò di immaginarsi Doc senza vestiti, era piuttosto esile e nel reggiseno dove esserci poca roba. Non come Daniela, gli venne di nuovo duro all'immagine di Daniela che se lo stringeva al seno e lo leccava fino a farglielo scoppiare. Si asciugò veloce e prese il telefonino per chiamarla.
"Robi, amore! Non esco. Mi sono venute le cose e sto malissimo". Roberto inghiottì un'imprecazione. Non era quello che aveva programmato per la sera.
"Prendi un'aspirina ed esci, deprimerti a casa non ti fa mica bene?".
"No, non mi va. Mi scoppia la pancia. Vai da Luca's?" gli chiese.
"Veramente a questo punto, non so" rispose sincero.
"Vai, sono tutti là. Stai tutta la settimana chiuso in quel laboratorio, vuoi trasformarti in una provetta? O in un essere amorfo come la tua capa?".
"Doc amorfa? Che cattiva, magari un po' triste!".
"Infatti. Dovrebbe scopare di più quella...ehi, non è un suggerimento" scherzò Daniela.
"Mi vuoi male? Senti, io vado, ci sentiamo domani?".
"Salutami tutti".
Arrivato al bar non era ancora arrivato nessuno. Consumò una cena leggera e si godette una birra osservando in giro. C'erano diverse ragazze da sole, quasi tutte fighe e tirate. In altri tempi si sarebbe dato da fare e avrebbe fatto centro. Bastava dirgli che era un fisico e che lavorava in un progetto top secret per averle disponibili. Il "fisico" allenato, una faccia passabile e il cervello elastico facevano il resto.
Stava per andare via quando la vide entrare. Patrizia anche se c'erano quasi zero gradi aveva sempre qualcosa da mostrare. In questo caso le tette. Il bomber viola era aperto e la sciarpa lasciata scivolare ai lati per mettere in mostra le sue rotondità. Lo vide e gli venne incontro sorridendo. Si scambiarono un bacio sulla guancia.
"Solo soletto?" chiese ammiccante.
"Già. Gli altri?".
"Sono andati al bowling, non lo sapevi?". Roberto fece un gesto di diniego.
"Non mi dire che vuoi passare anche tu la serata a tirar palle. Perché non andiamo in giro a fare quattro chiacchiere?" propose innocentemente, tuttavia non serviva la sua specializzazione in fisica quantistica per capire la natura delle "chiacchiere".
Presto furono a casa di lei. Era un appartamento piccolo e arredato alla buona. Roberto scostò la tenda per guardare fuori. Le luci di Roma si riflettevano sul Tevere. Sentì le mani di lei circondargli i fianchi. Si girò e la fissò negli occhi.
"E Daniela?".
"Non rubo gli uomini alle amiche, me li scopo solo. Puoi stare tranquillo". Roberto prese un capo della sciarpa, la fece scorrere in alto con lentezza poi la districò dal suo collo. Lo aiutò a togliersi il maglione di cachemire che indossava a pelle e prese a leccarlo sul petto.
"Ho sempre voluto farlo fin da quando ti ho visto con lei. Sei così sexy" lo adulò. Gli slacciò la cintura e sbottonò i pantaloni, poi lo prese in mano. Lui rimase in attesa, aspettando il passo decisivo. Avvertì la sua bocca circondargli il cazzo e istintivamente curvò la schiena indietro in preda al piacere. Anche lei l'aveva intrigato da sempre per quell'aria da porca che stava dimostrando di essere. Seppe in quell'istante che non avrebbe rimpianto la defilata di Daniela. Per quella sera i sentimenti e la complicità erano banditi e lo aspettava una trombata con i fiocchi. Quando ritenne che stava per scoppiargli si sollevò e lo portò nel letto. Si lasciò spogliare, poi andò in un cassetto e prese quello che riteneva potesse servirle. Lanciò sul letto un paio di preservativi, del lubrificante e delle manette da bondage. Gli diede le spalle avanzando nel letto fin quasi alla spalliera. A Roberto non servivano altri suggerimenti. La legò alla spalliera, si unse le mani e circondandola di schiena le accarezzò i capezzoni, massaggiandole i seni con sensuale avidità. Prese a leccarla nel collo, poi con le mani scese all'inguine e prese a titillarla per bene. Sentiva i suoi umori mescolarsi al liquido del lubrificante. Era calda e pronta.
"Dove lo vuoi?" le chiese all'orecchio.
"Dove vuoi". La lubrificò con delicatezza facendosi strada con le dita poi la penetrò lentamente per dare al corpo la possibilità di adeguarsi all'invasione. Si meravigliò della sua risposta immediata. Poche ragazze erano state tanto pronte a godere da dietro. Anche con Daniela era una lotta continua, gli dava il culo dopo averla pregata e neanche le piaceva. La sentì venire, poi si lasciò andare all'abbraccio sensuale che lo stringeva fino a farlo urlare.
Durante le ore successive Patrizia gli dimostrò che anche la sua figa valeva il tradimento, tuttavia prima di addormentarsi il suo ultimo pensiero fu per Doc. Chissà cosa pensava della sodomia?

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